Dai risultati della ricerca annuale Global Talent Trends di Mercer , indagine che ha raccolto i contributi di circa 11 mila dirigenti, responsabili Hr e dipendenti di 16 diverse aree geografiche (tra cui l’Italia) e 13 settori, emergono alcune priorità per le aziende. Vediamole nel dettaglio.
Lavoro agile
E’ la priorità più importante per gli HR italiani: aspettiamoci, nei prossimi due anni, il diffondersi di strategie in grado di aumentare l’agilità, condivise dai dipendenti. “Un terzo dei lavoratori italiani farebbe volentieri il cambio con una settimana lavorativa corta o flessibile” dichiara Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia.
Gestione delle risorse umane
Le aziende italiane vogliono disegnare strategie buy/build/borrow dei talenti, investendo in programmi di upskilling e reskilling. Le aziende sono interessate a strumenti di welfare e wellbeing per garantire stabilità mentale, finanziaria, sociale e fisica dei propri dipendenti, ma anche strumenti di parità salariale e strategie DEI (Diversity, Equity&Inclusion) per garantire l’equilibrio di genere.
Gli intervistati riconoscono come vantaggio competitivo essere in grado di analizzare in modo più efficace e chiaro i bisogni formativi per preparare le persone e colmare eventuali skill gap. A proposito di competenze che cambiano, secondo il World Economic Forum, entro il 2025 l’automazione e la ridistribuzione del lavoro tra uomini e macchine nelle medie e grandi imprese faranno perdere 85 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. E il 50% di chi manterrà l’impiego dovrà concentrarsi sullo sviluppo di nuove competenze, per non restare tagliato fuori. Guardando ancor più lontano, l’Ocse stima che nei prossimi 15-20 anni l’automazione finirà per cancellare il 15% circa degli attuali posti di lavoro, mentre per un ulteriore 32% degli occupati saranno richieste mansioni e competenze sostanzialmente diverse da quelle attuali.
Per far fronte a questo scenario complesso e in rapida evoluzione occorre investire in formazione.
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